martedì 29 novembre 2011

Gli indigeni colombiani rischiano di scomparire

Secondo la Corte Costituzionale della Colombia, almeno 35 delle 85 popolazioni indigene ufficialmente riconosciute dallo stato colombiano corrono il pericolo di estinzione fisica o culturale a causa dei conflitti armati e del 'feroce' disboscamento di alcune zone del paese. Per questo motivo, nella centralissima piazza di Bolivar a Bogotà, nei giorni scorsi, è stata inaugurata una statua che simbolizza la grave e persistente situazione di rischio che corrono queste popolazioni.

La statua rappresenta una donna indigena ed è un regalo dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati e sarà poi spostata nel Museo Archeologico Casa Marqués di San Jorge di Bogotá. L'opera è stata realizzata dallo scultore colombiano Jorge Olavo, che ha utilizzato come modella Lina, una donna della popolazione degli Embera-Katío, che era presente all'inaugurazione dell'opera insieme a uomini, donne e bambini dei popoli Embera-Katío e Embera-Chamí che vivono da 'rifugiati' nella capitale colombiana.


Oltre 40000 colombiani si riconoscono nella popolazione dei Embera-Katío e vivono principalmente di mais e banane, oltre che di caccia e pesca. La violenza, tuttavia, ha costretto gli Embera ad abbandonare i loro luoghi di origine, mentre molti dei loro leader sono stati minacciati di morte. Poco tempo fa, Fabio Domicó, governatore supplente della comunità degli Embera-Katie Nendo è stato ucciso e l'organizzazione indigena indica nelle FARC i responsabili di questo assassinio. Domicó è uno dei sei indigeni Embera assassinati nel 2011, ma il numero di morti violente tra gli indigeni del dipartimento di Antioquia, nel corso dell'anno, sale in totale a 19.

La situazione è tanto critica per gli Embera-Chamí e Embera-Dobida, ma anche per i popoli dei Nasa, nella zona di Cauca, e per gli Awá, nella zona del Nariño. La lista dei 35 popoli indigeni che sono stati identificati dalla Corte Costituzionale colombiana e che rischiano l'estinzione si completano con gli Wiwa, Kankuamo, Arhuaco, Kogui, Wayúu, Wounaan, Pijao, Koreguaje, Kofán, Siona, Betoy, Sicuani, Nukak-Makú, Guayabero, U’wa, Chimila, Yukpa, Kuna, Eperara-Siapidaara, Guambiano, Yanacona, Kokonuko, Totoró, Huitoto, Inga, Kamentzá, Kichwa e Kuiva.

L'inaugurazione della statua ha fatto parte della giornata “Si essi ed esse scompaiono, una parte di te scompare"  in concomitanza con il Giorno Internazionale dei Popoli Indigeni dichiarato dall'ONU il 9 agosto di quest'anno. Con l'istituzione della giornata e con la scultura, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati cerca di coinvolgere la società colombiana nella conoscenza di queste popolazioni indigene, in modo che ne conoscano la loro storia, la loro cultura e si sensibilizzi nel difenderle.

"E' un appello alla comunità colombiana e internazionale", ha detto, nel giorno di inaugurazione della statua, Thérèse Morel, rappresentente dell'Unhcr in Colombia. Secondo la Morel sono stati fatti passi in avanti nella protezione dei popoli indigeni, ma tuttavia resta  ancora moltissimo da fare.

fonte BBC Mundo

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