Ad Arezzo, nell'Atrio d'Onore del Palazzo della Provincia, fino al 5 maggio, è in programma la mostra "Arte e Carità", un'esposizione d’arte e arredi andini, capi d’abbigliamento e sculture in marmo e vetro. Un evento organizzato dal gruppo Amici Operazione Mato Grosso di Firenze e Arezzo e l’Associazione Don Bosco 3A.
Dal lavoro della “familias Artesanos” Don Bosco in Perù sono nate infatti delle vere opere d’arte : mobili, sculture e capolavori che sono esposti. Sono il risultato di una grande avventura iniziata dal sacerdote salesiano Padre Ugo De Censi in Perù, più di quaranta anni fa.
“Fare qualcosa per i poveri” è stato il motto iniziale di questo sogno che poi è diventato sempre più grande: dare un lavoro e una speranza di vita a tanti ragazzi poveri insegnando loro l’Arte del legno, del cucito e tessitura, scultura in marmo, pietra e vetro. Adesso sono oltre 700 i giovani usciti dalle scuole d’arte dell’OMG in Perù ed entrati nella “familias Artesanos Don Bosco” e 400 ragazze che realizzano queste opere sulla Cordillera Blanca a 3.500 metri di altezza. Ogni opera viene iniziata e portata a termine dalla mano di un solo ragazzo/a, affinché ogni pezzo trasmetta insieme ai sui intagli o cucito lo spirito e la poesia delle Ande. Tutta la vendita e la commercializzazione è gestita gratuitamente da volontari italiani.
Padre Ugo De Censi |
Padre Ugo De Censi è un salesiano che, dopo un lungo periodo speso per i giovani dell’ex carcere minorile di Arese, nel 1976, a 52 anni, è partito per il Perù, per essere coerente con le parole spese con tanti giovani e famiglie, affinché comprendessero il significato fattuale delle parole solidarietà, carità e dignità. Divenuto parroco di Chacas, un paesino sulla Sierra andina peruviana ai piedi della Cordigliera Bianca, ha iniziato un’opera di educazione ed emancipazione delle poverissime ed emarginate popolazioni locali, abbinando alla promozione morale, l’elevazione economica, insegnando mestieri e migliorando i sistemi di coltura ed artigianali coerenti con la cultura e tradizioni locali. Ciò ha contribuito a dare all’operazione Mato Grosso una caratteristica profondamente educativa, oltre che di concretezza nell’impegno per i poveri.
Il lavoro gratuito di 140 gruppi di giovani sparsi in tutta Italia, sostiene finanziariamente le iniziative promosse in Perù ed in parecchie comunità dell’Ecuador, della Bolivia e del Brasile: è questa l’anima dell’Operazione “Mato Grosso”, così chiamata proprio perché le prime comunità sono sorte nell’omonima regione del Brasile. Sulla Sierra, costruite e seguite dai volontari dell’operazione Mato Grosso, ci sono attualmente 100 missioni e oltre 600 volontari permanenti che offrono gratuitamente servizi educativi, sociali, della salute, di assistenza all’infanzia.
fonte ilmessaggeroip.com
Nessun commento:
Posta un commento