Alberto Spencer è stato un giocatore idolatrato tanto in Ecuador come in Uruguay, entrambi i paesi lo riconoscono con orgoglio come proprio, ma la sua storia è legata indubbiamente al grande club di Montevideo: il Penarol. Ecuadoriano di nascita, Spencer ha legato la sua carriera e i suoi successi alla maglia giallonera, diventando il giocatore che ha realizzato il maggior numero di reti nella Copa Libertadores.
La sua storia è diventata oggi un documentario dal titolo ‘Alberto Spencer, ecuatoriano de Peñarol’, una produzione uruguaiana-ecuadoriana della durata di 75 minuti che contiene le testimonianze di giornalisti sportivi, ex calciatori, i familiari di Spencer e anche uomini politici.
Spencer con la maglia del Penarol |
Morto il 3 novembre 2006, negli Stati Uniti, all'età di 68 anni, Spencer già dieci anni prima aveva deciso quale iscrizione far mettere sulla sua tomba e che voleva essere la dimostrazione d'amore e d'affetto per le sue due patrie: "Alberto Spencer, ecuatoriano de Peñarol". In Ecuador era nato e aveva iniziato la sua carriera calcistica con la maglia dell'Everest per poi trasferirsi in Uruguay dove ha indossato invece la 'camiseta aurinegra' del Penarol.
Con il club di Montevideo, Spencer ha giocato dal 1959 al 1970, vincendo sette titoli nazionali, tre Coppe Libertadores, due Coppe Intercontinentali e una Supercoppa Sudamericana. Ha vestito sia la maglia della nazionale dell'Ecuador, sia quella dell'Uruguay.
Il documentario inizia con l'immagine di uno dei suoi tanti gol con la maglia del Penarol, seguito da immagini della sua città natale, Ancon, sulla costa ecuadoriana. Una voce fuoricampo racconta la sua storia. Con la divisa giallonera, Spencer è diventato il miglior marcatore di sempre nella Copa Libertadores con 54 reti e oggi il premio al bomber del torneo porta il suo nome.
Nelson Scartaccini e Paul Venegas, i registi del docufilm su Spencer |
“Il suo nome verrà ricordato per sempre, perchè a meno che Superman decida di indossare una maglietta da calcio e giocare la Copa Libertadores, penso proprio che non ci sarà nessuno in grado di realizzare 54 gol come Spencer", ha detto Paul Venegas, uno dei due registi del documentario insieme a Nelson Scartaccini.
Un Alberto Spencer degli ultimi anni |
Il documentario ha cominciato a prendere corpo nel 2011, sebbene i due registi si fossero conosciuti dieci anni prima e già allora avessero espresso la loro intenzione di realizzare qualcosa che fosse l'omaggio sia del popolo ecuadoriano, sia di quello uruguaiano, ad uno dei migliori venti giocatori sudamericani del XX secolo. "Una delle attrattive principali di Spencer, oltre ad essere un grandissimo giocatore, era quella di essere anche un grande gentiluomo dello sport e in tutta la sua vita ha avuto moltissimi avversari, ma mai nessun nemico", ha spiegato Scartaccini.
In Ecuador gli hanno dedicato anche un francobollo |
Parlare dello storia di Alberto Spencer significa anche mettere a confronto il calcio di allora con quello di oggi e parlare dell'amore per una maglia in contrapposizione con la mercificazione attuale di questo sport. Nonostante fosse una grande stella, non ha mai accettato le proposte dei club che volevano portarlo in Europa e fargli guadagnare più soldi. Per lui esisteva l'amore per il suo club, il Penarol. L'opera di Venegas e Scartaccini è sicuramente un modo nuovo per conoscere una leggenda del calcio, un calcio di un'altra epoca, un calcio con un'altra etica.
fonte www.andes.info.ec
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