La Corte di Giustizia dell'Ecuador ha ratificato in questi giorni la sentenza che stabilisce il pagamento di 9,5 miliardi di dollari da parte della compagnia petrolifera statunitense Chevron per la contaminazione ambientale nell'Amazzonia ecuadoriana.
Il massimo tribunale del paese latinoamericano ha così reso definitivamente esecutiva la sentenza che nel gennaio 2012 aveva emesso la Corte Provinciale di Sucumbíos, che in quel caso aveva condannato la Chevron al pagamento di un indennizzo di 18 miliardi di dollari. La Corte di Giustizia ha di fatto dimezzato questa 'multa', ritenendo che non dovessero essere pagati i 'danni punitivi'.
La risoluzione della Corte Nazionale di Giustizia ecuadoriana è composta da 222 pagine e non ha certo reso felici le migliaia di persone che hanno visto la loro vita stravolta dopo i 26 anni di estrazione petrolifera da parte di Texaco, poi acquisita da Chevron, e che ha lasciato danni incalcolabili e irreversibili sia sulla natura, sia sugli uomini.
"E' una sentenza che non sanziona la condotta irresponsabile e abusiva della Chevron durante tutti questi venti anni di lotta giudiziale. In ogni caso, grazie a Dio, è comunque un passo in avanti", ha scritto sul suo account Twitter l'avvocato Pablo Fajardo, che cura gli interessi delle 30.000 persone che hanno portato in giudizio il colosso statunitense.
Ora si attende la risposta e il passo della Chevron, che ha processi in varie corti internazionali legati al caso di contaminazione ambientale in Ecuador, che come Paese continua l'opera di sensibilizzazione internazionale su questo caso, sugli effetti dell'inquinamento e sulle conseguenze patite dalla popolazione che vive nell'area dove ha lavorato la compagnia petrolifera americana.
Recentemente a Milano, si è svolto un incontro con il Ministro della Giustizia ecuadoriano Lenin Lara Rivadeneira, che ha parlato della vicenda Chevron-Ecuador, sulla quale è anche visitabile una mostra fotografica presso il Consolato dell'Ecuador a Milano.
fonte BBC Mundo
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