sabato 25 febbraio 2012

"La Legione Italiana, Bahía Blanca 1856."

A Roma, presso la sede dell'IILA, il 1° marzo è in programma la presentazione del libro "La Legione Italiana, Bahía Blanca 1856" dello storico bahiense Cesar Puliafito, incentrato sull’arrivo della Legione Agricola Militare Italiana nella città argentina sita a sud della Provincia di Buenos Aires e lontana più di 11 mila chilometri dall’Italia, un "paese di frontiera" che visse, grazie agli italiani, una rifondazione culturale ed economica.
 
L'evento è organizzato dall'Istituto Italo-Latino Americano, l'Ambasciata della Repubblica Argentina e il MAIE – Movimento Associativo Italiani all'Estero con il patrocinio del Senato della Repubblica Italiana. Presenti, oltre all'autore, Giorgio Malfatti di Monte Tretto, Segretario Generale IILA, Carlos Cherniak, Ministro dell'Ambasciata della Repubblica Argentina ed Elio Carozza, Segretario Generale CGIE - Consiglio Generale Italiani all'Estero.


Il libro "La Legione Italiana, Bahía Blanca 1856. Il fronte dimenticato del Risorgimento" svela particolari inediti relativi alle azioni risorgimentali che portarono alla unificazione italiana. Puliafito ci racconta, con la precisione documentale di ricerche effettuate negli archivi storici nazionali italiani e argentini, di come alcuni espatriati italiani cercarono di appoggiare, dalla lontanissima Patagonia, il piano di Mazzini e Garibaldi di unificazione dell'Italia, ottenendo per questo il sostegno del governo di Buenos Aires.

La Legione Agricola Militare Italiana di Bahía Blanca fu molto più che una compagnia militare italiana colonizzatrice in terra argentina. Essa generò, infatti, cose notabili e nobili, come la strenua difesa di Bahía Blanca dagli attacchi degli indios, la sua rifondazione con l'alto profilo culturale che oggi la contraddistingue e la creazione del primo organo di diffusione della Lingua Italiana della Repubblica Argentina.

Il lavoro di Puliafito ha ricevuto il sostegno dall'Università degli Studi di Teramo, città da dove provenivano alcuni dei patrioti citati nel libro, come l'eroico Silvino Olivieri, e del Governo della città di Bahía Blanca.

Il libro è corredato dalle immagini delle divise storiche realizzate su precise ricostruzioni documentali dalla mano dello stesso scrittore, Puliafito, che dimostra il suo talento non solo come ricercatore e storico, quanto anche come disegnatore.

Oltre ad essere un omaggio al 150° anniversario dell'Unità e un contributo originale ed inedito alla conoscenza della storia d'Italia, questa iniziativa intende anche essere l'occasione per concentrare l'attenzione sugli italiani all'estero: su quanto essi abbiano contribuito, nel passato, alla nascita e sviluppo dello stato unitario; e al tempo stesso possa rappresentare lo spunto per una riflessione su quanto essi, oggi, possano ancora fare per l'Italia.


1 commento:

  1. bellissimo libro ed è sempre positivo che vicende poco note vengano riscoperte. tuttavia l'impostazione non si discosta dalla retorica risorgimentalista che bnon è storia, ma propaganda della parte che militarmente ha compiuto il risorgimento. definire "patriota" solo chi ha combattutto per l'unificazione della penisola è ingiusto, possono essere dfiniti "rivoluzionari" più esattamente. infatti cos'è la patria? patrioti erano anche i sostenitori del LobardoVeneto, del Papa, dei Borboni, perchè per loro la patria coincideva con il loro stato. E poi questi patrioti supposti, erano d'accordo su dove iniziasse e dove finisse l'Italia? Ovviamente no. E quando i Savoia vendettero Nizza, si limitarrono ad una protesta verbale. In secondo luogo, l'autore deifinisce "nobile" la difesa contro gli indios. Sarebbe dunque giiustificabile sottrarre agli indios la loro terra? Se era un patriota liberale, uno di quelli che dovremmo ammirare, allora possiamo giustificare il colonialismo? Come vedete, la Storia è molto complessa e continuare con questp schema che i buoni sono da un lato e i cattivi dall'altro fa solo male. Dbuoisus

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