mercoledì 16 novembre 2011

La vita di Estela de Carlotto in un film

Al Festival Internazionale del Cinema di Mar del Plata, in Argentina, è stato presentato il film "Verdades verdaderas. La vida de Estela", diretto da Nicolás Gil Lavedra e che racconta la storia di Estela de Carlotto, la presidente delle Abuelas (nonne) de Plaza de Mayo.  "La prima volta che ho visto la pellicola ho avuto un impatto 'terribile' perchè sullo schermo, quello che vedevo, ero io, la mia famiglia, le mie parole, la mia storia", ha detto la Carlotto al termine della proiezione del film, quando è stata accolta da una vera 'standing ovation'.

Il film racconta un periodo molto preciso, quello della dittatura militare dal 1976 al 1983, un periodo nel quale i primi indizi di violenza di stato provocarono un veloce passaggio dall'ignoranza alla presa di coscienza brutale. Si parte da scene di vita familiare, negli ultimi mesi del 1975 con le due figlie di Estela, interpretata da Susú Pecoraro, Laura (Inés Efrón) e Claudia (Laura Novoa), che hanno un accesa discussione con il padre per la loro attività politica all'interno dell'Università. Pochi mesi dopo il golpe militare Laura e il suo compagno decidono di trasferirsi perchè controllati dai 'servizi', gruppi di uomini incaricati dei sequestri. 


Poco tempo dopo la ragazza fu arrestata dai militari, rimase in carcere fino a che non diede alla luce il figlio Guido, che la Carlotto sta cercando, e poi venne assassinata. E' questo il momento che cambia la vita di Estela, che diventa una combattente per i diritti umani e il recupero dell'identità di più di 500 bambini rapiti dai militari in quel periodo. La forza vitale e la volontà ferrea di questa donna, che ha trovato nel dolore la ragione per combattere, è rappresentato con precisione nel film. Un po' meno il processo di trasformazione di questa madre che è diventata la leader dell'organizzazione delle Abuelas de Plaza de Mayo e a promuovere, nel 1987, la creazione del Banco Nazionale dei Dati Genetici, che consente di incrociare i dati raccolti attraverso l'analisi del DNA e che ha reso possibile a 150 giovani recuperare la propria identità e contattare la loro famiglia biologica alla quale furono strappati in quegli anni.

Grazie ad un Archivio Biografico Familiare, creato dalle Abuelas nel 1988, molti di questi ragazzi hanno potuto ritrovare i loro vestiti da bambini, fotografie, oggetti di famiglia, foto e video con le testimonianze di amici dei loro genitori. Purtroppo 400 scatole colorate, perfettamente allineate in un archivio, aspettano ancora i loro destinatari.

Gli avvenimenti degli ultimi 35 anni nella vita di Estela de Carlotto e della sua famiglia, 'compressi' nei 97' della pellicola, cercano di raccontare il dolore per la perdita di Laura; la gioia di avere comunque gli alri tre figli, Claudia, Remo e Kibo e la tragedia per il sequestro di Guido "El Tano", sposo di Estela, che le ha lasciato per sempre il marchio del dolore sul viso.

Per Estela de Carlotto, il film "mostra in maniera fedele una famiglia felice, l'amore dei fratelli e il dolore di un popolo". Sono passati 30 anni da quando ha aperto una scatola con i bavaglini e i ciucci di Laura, ha aggiunto, e ha preso un panno bianco per metterselo in testa e il ricordo la commuove ancora. "Oggi dopo aver visto il film mi sento svuotata, ma tra poche ore andrà meglio e domani, ancora meglio, perchè posso continuare a lottare", ha concluso una donna che non ha mai smesso di lottare per la vita e per la pace.

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