Non si cancelleranno mai le ferite che la dittatura argentina dal 1976 al 1983 ha inflitto al fisico e al cuore di tanti argentini, ma la sentenza emessa nei giorni scorsi dal tribunale di Cordoba, ha in se' qualcosa di storico: Jorge Rafael Videla e altri 29 esponenti della dittatura, sono stati condannati all'ergastolo.
E' la prima, attesissima, sentenza da parte della giustizia argentina dai tempi del processo alla Giunta militare del 1985. Videla, oggi ottantacinquenne, dovrà quindi scontare quella pena che già nel 1985 gli fu inflitta, ma che cinque anni dopo finì nel nulla per la grazia concessa dall'allora presidente argentino Carlo Menem, sia a Videla, sia ad Emilio Eduardo Massera.
Videla ha retto le sorti dell'Argentina dal 1976, anno nel quale prese il potere dopo il golpe che destituì Isabelita Peron, fino al 1981 e il suo 'governo' fu contraddistinto dalle continue violazioni dei diritti umani e generò il fenomeno dei 'desaparecidos'. L'ex dittatore è stato ritenuto il "massimo responsabile" del piano sistematico per eliminare le opposizioni durante il regime militare: l'assassinio di 31 carcerati della famigerata "Up1" (Unidad penitenciaria San martin de Cordoba), il sequestro e la tortura di sei persone indicate dal regime come infiltrati di organizzazioni rivoluzionarie".
Queste le ragioni della conferma della sentenza di ergastolo, ma sulla coscienza di quest'uomo, così come su quella dei suoi collaboratori, pesano altri delitti, molti, troppi e che hanno il viso di migliaia di persone strappate ai loro cari e dei quali nessuno ha saputo più nulla.
Il 27 febbraio 2010 è una data che resterà incancellabile nella storia del Cile e dei suoi abitanti, quando alle 3.34 del mattino la terra ha tremato così forte da uccidere oltre 450 persone e radere al suolo un numero incredibile di edifici con danni materiale calcolati intorno ai 30 mila milioni di dollari.
Nel 2011 è prevista l'uscita nelle sale cinematografiche del film che racconterà questa tragedia e il titolo sarà proprio "03.34", ora nel quale il sisma ha colpito il Paese latinoamericano. "Una pellicola così non è mai stata fatta con un forte impegno della produzione e con effetti speciali incredibili", ha detto Martín Rogers, produttore del film, che racconta tre storie fittizie di persone che hanno vissuto il momento del terremoto a Santiago del Cile e nel sud del Cile, in particolare nella località di Dichato, che è stata una delle più colpite dal sisma. L'anteprima del film è fissata per il 27 febbraio 2011, nel giorno dell'anniversario del terremoto.
La pellicola, intitolata "03.34" dall'ora nella quale è iniziato il terremoto pari a 8.8 della scala Richter, è stata diretta da cileno Juan Pablo Ternicier ed è stato milioni di dollari. Rogers ha dichiarato che spera di poter recuperare, con questo film, una somma pari a 2 milioni di dollari, che saranno donati alle scuole colpite dal terribile evento.
Uomini, donne, personaggi famosi che abbracciano o tengono in braccio un bambino dell’asilo Casa Vhida di Salvador di Bahia in Brasile e che ospita 70 bambini che vivono e/o convivono con l’Aids. Dei bambini per motivi etici non viene mai mostrato il volto.
Questo è il tema del calendario 'Abbracciando la vita', che per la prima volta esce in Italia e che è stato presentato a Roma dalla giornalista-brasilianista Antonella Rita Roscilli. In Brasile è giunto alla quarta edizione e ha riscosso sempre un enorme successo. Diverse le personalità che hanno ceduto la loro immagine: artisti come Carlinhos Brown, Lenine, Gilberto Gil, Daniela Mercury, Gerônimo, Alcione, Bando de Teatro Olodum, Vanessa da Mata, e tra gli altri, il Presidente della Repubblica Lula e il governatore di Bahia Jacques Wagner, tutti ripresi dal fotografo e designer grafico Marcelo Mendonça.
L'asilo Casa Vhida nel quartiere periferico di Pernambuês a Salvador (Bahia). E’ tenuto dal baiano Padre Alfredo Souza Dorea e fa parte dell’ IBCM, un’organizzazione brasiliana, senza scopo di lucro, fondata nel 1989. La vendita dei calendari viene interamente devoluta alla struttura di padre Alfredo. L'edizione italiana, con testi di Irene Carballido e come sfondo appaiono disegni di bambini di tutto il mondo, è stato presentato al al Beba do samba, associazione culturale e ricreativa spinta dalla forza di spirito e dall’entusiasmo di quattro giovani romani, in via de’ Messapi 8 a Roma.
I Nukak sono un popolo di cacciatori-raccoglitori della regione del Guaviare, nel sud est della Colombia. Sono stati costretti a fuggire dalle loro terre dalle FARC, le forze armate rivoluzionarie di sinistra, secondo cui i Nukak costituirebbero un seria minaccia alle loro operazioni illegali nell’area.
Da quando sono emersi dalla foresta per la prima volta, nel 1988, oltre la metà dei Nukak sono stati sterminati, per lo più da malattie comuni introdotte dal contatto con gli esterni. Oggi, i sopravvissuti stanno lottando per adattarsi a un nuovo stile di vita sedentario e vivono ai margini delle città, nella totale dipendenza dai sussidi governativi.
“Abbiamo sempre vissuto del cibo che ci offriva la foresta” ha dichiarato Joaquín alla radio nazionale Caracol. “Il cibo che ci danno qui a San José è buono, è il cibo degli uomini bianchi, ma ha effetti negativi sui bambini, ci mancano i nutrimenti della nostra foresta”. A dispetto degli sforzi governativi e di un’operazione di “Guerra della Droga” che ha ricevuto importanti finanziamenti dagli Stati Uniti, le coltivazioni di coca continuano a devastare la regione. Uno dei metodi più discutibili utilizzati per sradicare la coca prevede la nebulizzazione aerea di pesticidi mortali sui raccolti.
Questo sistema è finora servito solo a spingere gli agricoltori in regioni sempre più remote della giungla, quelle abitate dai popoli indigeni, alimentando violenze contro le comunità indigene locali. Il vice presidente della Commissione per diritti umani, il senatore Alexander López, ha dichiarato: “Il trasferimento forzato… specialmente quello delle comunità indigene come i Jiw e i Nukak, costituisce una seria minaccia alla loro sopravvivenza come popoli… Gli Indiani dovrebbero tornare immediatamente nei loro territori e il loro stile di vita dovrebbe essere protetto con dignità”.
I Nukak sono uno degli oltre 30 popoli indigeni colombiani che rischiano l’estinzione secondo i dati raccolti dall’organizzazione nazionale indigena ONIC e l’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite. Survival sta conducendo una campagna per il diritto dei Nukak a ritornare nella loro riserva, a condizione che questo avvenga in sicurezza e che possano ricevere un’adeguata assistenza sanitaria.
“Questa drammatica e penosa situazione si sta trascinando già da troppo tempo” ha commentato oggi il direttore di Survival International Stephen Corry. “Sui Nukak e gli altri popoli indigeni sta ricadendo tutto il peso del fallimento delle politiche governative anti-droga”.
"Trecce lunghe e gonne in aria" è una sorta di marchio che rappresenta i combattimenti di lotta femminile in Bolivia, dove il fenomeno delle 'cholitas luchadoras' è cresciuto sempre più, da quando, otto anni fa, gli organizzatori di incontri di wrestling hanno deciso di includere anche i match tra donne.
Da allora l'interesse per questo tipo di incontri è aumentato, tanto da diventare uno spettacolo a se', appunto le 'cholitas luchadoras', con un proprio seguito di appassionati. I personaggi di questi spettacoli hanno nomi che sono un programma, come la Simpática Ángela o Benita, l'intoccabile; Juanita,l'amante; Elisabeth, spaccacuori; Remedios, la misteriosa; Silvina, la potente e Jennifer due volti. Gruppi di lottatrici che nella vita sono casalinghe o commercianti che, in base alla loro bravura, possono raccogliere dai 14 ai 28 dollari a serata.
"Nel 2003, ho visto delle donne combattere in una strada di El Alto e mi colpì il fatto che la gente si riuniva intorno a loro, ma non le difendeva o cercava di mediare la situazione - ha detto in un'intervista alla Afp, Nelson Calle, un organizzatore di incontri di lotta - "In quell'occasione mi venne in mente di organizzare incontri di lotta femminile, lucha de cholitas appunto".
Nella cornice del famoso sambodromo di Rio de Janeiro, quello dove durante il periodo del Carnevale si esibiscono le scuole di samba, una moltitudine di persone ha salutato e reso omaggio al presidente brasiliano uscente, Lula da Silva, che tra dieci giorni passerà il testimone della guida del Paese a Dilma Rousseff.
Una vera grande festa con musica, balli, naturalmente samba, durante la quale Lula, commosso da tanto affetto, ha dichiarato: "Non posso dire che tornerò a candidarmi per il 2014". Lula, lascia la presidenza, in base ad un sondaggio pubblicato nei giorni scorsi, con l'87% dei consensi tra i brasiliani.
Il governatore di Rio, Sergio Cabral, anfitrione e organizzatore della serata, ha qualificato il presidente come "il miglior amico che abbia avuto Rio" e Lula ha risposto che nel passato le autorità locali erano abituate a trattare con i delinquenti, mentre ora hanno un rapporto chiaro e forte con i lavoratori e il popolo.
Appuntamento gustoso quello in programma il 16 dicembre all'Istituto Cervantes di Milano dove viene presentato "Il libro delle tapas" di Simone e Ines Ortega. L'opera contiene un'imperdibile raccolta di semplici ricette originali di tapas, dai gambas al ajillo alla tortilla de patatas a la espanola, e dimostra quanto le tapas siano versatili e gustose. Negli ultimi anni la cucina spagnola è diventata popolare in tutto il mondo, e la specialità più apprezzata sono proprio le tapas, stuzzicanti piccoli piatti di spuntini da gustare prima di cena, divenute un simbolo dello stile di vita spagnolo.
Il Libro delle tapas propone oltre 250 ricette semplici e deliziose, ampiamente illustrate da splendide fotografie a colori di Mauricio Salinas e con un'introduzione del celebre chef di tapas spagnolo José Andrés, che ha reso famose le tapas negli Stati Uniti. Una guida completa che introduce a questo universo gastronomico sempre più diffuso in tutto il mondo.
Simone Ortega, scomparsa due anni fa, ha scritto opere di arte culinaria per oltre 50 anni ed è considerata la più grande esperta di cucina tradizionale della Spagna di tutti i tempi. Sua figlia Inés Ortega ne ha raccolto l'eredità, dopo aver collaborato con la madre fin da piccola ed ora porta avanti la tradizione materna.
Presentazione del libro Il libro delle tapas di Simone e Ines Ortega 16 dicembre 2010, ore 12.00 Salón de Actos - Instituto Cervantes Milano Via Dante, 12 Milano Sarà presente l'autrice Inés Ortega. Con dimostrazione culinaria di Oriol Blanes. Ingresso libero con prenotazione obbligatoria : 02 72023450
Javier Zanetti, capitano dell'Inter, da tempo insieme alla moglie Paula, è impegnato a favore dell'infanzia argentina con la Fondazione Pupi, organizzazione non profit argentina a favore dei bambini più poveri e disagiati. È stata fondata dallo stessi calciatore e dalla moglie e il nome P.U.P.I. deriva sia dal soprannome calcistico di Zanetti, appunto el Pupi, ma è anche un acronimo che significa “por un piberío integrada”, cioè “per un'infanzia integrata”.
Nei giorni scorsi a Milano è stata presentata l'enensima iniziativa di solidarietà che vede in prima fila il capitano neroazzurro: "Tutti con il capitano". Una raccolta di fondi in favore dei bambini argentini e in particolare con l'obiettivo di costruire un campo di calcio nella cittadina di Canuelas. L'iniziativa vede la collaborazione fattiva di Milanosport e del Comune di Milano. “Il Comune di Milano appoggia con entusiasmo questa iniziativa di Milanosport a favore della Fondazione PUPI del capitano Javier Zanetti – ha detto l’assessore allo Sport e Tempo libero, Alan Rizzi – un grandissimo calciatore e un grandissimo uomo, simbolo dello sport e della solidarietà. Grazie a questa raccolta di fondi, a cui il Comune parteciperà con un’offerta iniziale di 5mila euro, speriamo di poter contribuire concretamente alla realizzazione di un campo di calcio nella cittadina argentina di Canuelas dove i bambini, spesso nati in situazioni di disagio, potranno giocare ed essere seguiti nella loro crescita e nella loro istruzione, gettando le basi per un futuro più facile e con le stesse opportunità di tanti altri coetanei”.
“Lo sport è importante per fare tante cose belle – ha detto il capitano dell’Inter Zanetti - e questo progetto è una di queste cose. Con questo campo di calcio farete un regalo a tanti bambini che non hanno nulla e darete loro un'alternativa per far crescere i loro sogni. Per questo ringrazio tutti voi”.
La gara di solidarietà per contribuire alla costruzione di un campo di calcio all’interno di un nuovo impianto sportivo polifunzionale a Canuelas, nella provincia di Buenos Aires, si articolerà in una serie di iniziative promosse da Milanosport a cominciare dal Christmas Derby, una sfida tra gli impianti sportivi gestiti da Milanosport. Si proseguirà con con il Mercatino dell’usato dell’Associazione “Piccoli Antiquari Ambrosiani”, allestito presso il Lido di Milano dall’11 al 19 dicembre. Gli organizzatori del Mercatino devolveranno la somma incassata al futuro impianto di Canuelas. Il mercatino sarà aperto dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 19 e il week end dalle 10 alle 19. Il 18 dicembre alle ore 18, nel contesto della Festa di Natale di Milanosport all’interno della Piscina Cozzi, sarà inoltre organizzato “Brindisi in Jazz” a ingresso riservato con il pianista Stefano Calzolari e la nota jazzista Joyce Yuille.
Il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo, organismo della Nazioni Unite che si dedica a 'sradicare' la povertà rurale nei Paesi in via di sviluppo, ha reso noto che nelle aree rurali dell'America Latina l'indice di povertà si è ridotto di più della metà. Un dato positivo che comunque si 'scontra' con con il fatto che la popolazione rurale, in questi Paesi, vive con meno di un dollaro e 25 centesimo al giorno.
Una situazione che dipende anche dalla volatilità dei prezzi alimentari e degli effetti del cambiamento climatico che complicano i progressi nella lotta contro la povertà estrema tra i piccoli agricoltori. Nel mondo, le persone che vivono ancora in condizioni di povertà estrema nel mondo sono più 1.400 milioni e oltre il 70 per cento di quelle persone che vivono in aree rurali dei paesi in via di sviluppo.
La sfida più importante e che costituisce il nucleo più importante del documento presentato dall'IFAD è quello che per alimentare i 9000 milioni di persone che abiteranno il pianeta nel 2050, la produzione alimentare dovrà aumentare del 70%. In conseguenza, la produzione agricola nei paesi in via di sviluppo dovrà raddoppiare.
Una caso indubbiamente insolito quello accaduto a Marenique, località a 65 chilometri da San Paolo in Brasile, dove la nascita di una cucciolata di cani, fatto per nulla fuori da comune, ha invece stupito tutti perchè tra i nove cuccioli neonati, uno di loro aveva il manto di un bel..verde. Alcuni veterinari di Rio de Janeiro hanno spiegato che questa rarità genetica può essere dovuta all'esposizione del feto ad una sostanza presente nella placenta chiamata biliverdina. Tant'è che il suo padrone, dopo averlo visto, lo ha chiamato Hulk, come il famoso personaggio dei fumetti, anche se il verde del cagnolino non è così intenso come quello del supereroe. La notizia di questa 'stranezza genetica' è stata riportata dal sito G1, che ha pubblicato anche la foto che anche noi riportiamo. Hulk è l'unico della cucciolata di nove cagnolini ad essere nato con questa pigmentazione verde, ma dopo due settimane, il piccolo, ha riacquistato un bel pelo bianco esattamente come quello dei suoi fratelli.
'La donna dell'angelo' è un libro scritto 'a due mani' da una brasiliana, Leila Daianis, e da un'argentina, Liliana Gimenez. Una storia vera, di vita vissuta, una sorta di viaggio nel senza tempo dei misteri umani e divini. Un racconto poetico, per molti versi divertente, sicuramente vero.Il libro viene presentato sabato 11 dicembre a Roma, all'Officina Culturale Via Libera, in Via dei Furi. E' un'iniziativa 25/27 che rientra nella rassegna 'Più cultura, meno paura', realizzata con il contributo della Provincia di Roma e alla quale seguirà un aperitivo e alle 21,30 il concerto dei Garbasamba.
Il libro è il racconto in positivo della storia della stessa Leila Daianis, una donna ex-transessuale. La sua storia di vita non ripropone i soliti stereotipi che contribuiscono a marginalizzare le persone che si trovano nella condizione della disforia sessuale. Leila può dire davvero di aver conosciuto due mondi, di aver vissuto due vite che s’intrecciano e sfumano l’una nell’altra, da uomo e da donna, e ciò porta con sé una ricca molteplicità di esperienze.La vicenda diventa molto interessante giacché narrata da due punti di vista, quello dell’“angelo” e quello della “donna dell’angelo”. Leila è la “donna dell’angelo”, una lei nata lui, figlia di una ballerina cubana e di un militare, abbandonata troppo presto dalla famiglia d’origine e cresciuta in adozione. Lui è il suo angelo protettore, che la accompagna amorevolmente per tutto il Sudamerica e anche oltre.Finirà per innamorarsi così tanto di Leila da chiedere agli dèi di poter diventare umano e di avere il “privilegio” di invecchiare insieme alla sua donna, vestendo i panni di un uomo comune. In mezzo, dapprima l’impegno artistico di Leila, il teatro di strada, poi la presa di consapevolezza del suo transessualismo, la lotta per i diritti dei diseredati della Terra, la scoperta dell’Europa e alla fine la decisione di stabilirsi a Roma, dove trova (finalmente) l’amore e tutt’oggi s’impegna per i diritti dei transessuali.
Leila Daianis è brasiliana e vive in Italia dal 1982. Diplomata in Danza Classica e Moderna, si è laureata all’Università di San Paolo in Lettere e Filosofia, specializzandosi in Teatro e Mitologia Greca. Impegnata contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, presiede un’importante associazione che tratta le problematiche delle persone transex, l’immigrazione e i diritti delle donne.Liliana Gimenez è argentina e vive in Italia dal 1982. Artista poliedrica, con incursioni in campo musicale come autrice, adattatrice ed interprete, collaborando con Ennio Morricone, Alberto Sordi, Andrea Bocelli. Ha scritto già due romanzi, 'Las sábanas en los balcones' e 'Il Volo della Sirena'.
Presentazione del libro 'La donna dell'angelo'di Leila Daianis e Liliana Gomenez Officina Culturale Via Libera Via dei Furi 25/27 (Metro A – Porta Furba Quadraro) Ingresso gratuito
Survival ha pubblicato sul proprio sito, due video sulla drammatica condizione degli Indiani Guarani del Brasile. Il toccante video “Bisogna avere coraggio” mostra la determinazione dei Guarani a vedersi restituire la terra sottratta loro per far spazio ad allevamenti e piantagioni di soia e canna da zucchero.
Le immagini di “I sicari”, racconta invece la rabbia dei Guarani e la paura di essere uccisi dai sicari assoldati dagli allevatori che hanno preso il controllo delle loro terre. “Immagina delle pallottole che volano ovunque senza sosta” racconta una donna nel video. “Di giorno o di notte potrebbero colpire un bambino, una donna, chiunque.”
I Guarani assassinati dopo aver fatto ritorno alla terra ancestrale sono molti, e tra essi c’è anche il famoso leader Marcos Veron, venuto in Italia nell’anno 2000 proprio per denunciare le violenze perpetrate contro il suo popolo. Migliaia di Guarani vivono oggi in condizioni spaventose sotto ripari di fortuna ai lati delle strade principali o in riserve sovraffollate. Il mese scorso, Deborah Duprat, Vice Procuratore Generale brasiliana, ne ha descritto una, la riserva di Dourados, come “forse, la più grande tragedia che affligge i popoli indigeni del mondo intero”.
Questa settimana, il vescovo Erwin Kräutler, vincitore del premio Nobel alternativo, ha descritto la situazione dei Guarani come un “crudele genocidio” che il governo “sta ignorando” nonostante sia “in corso sotto i suoi occhi”.? Il portavoce dei Guarani Anastácio Peralta è attualmente in viaggio per l’Europa per denunciare questa drammatica situazione: “Ci hanno derubato delle nostre terre, hanno distrutto la natura, inquinato i nostri fiumi e macchiato la terra con il sangue del mio popolo. Ma non sono stati in grado di distruggere la nostra lingua, le nostre preghiere, la nostra cultura, la nostra storia e la nostra resistenza”.
“In questo che è il giorno dedicato ai diritti umani, ci sono Guarani che vivono senza avere accesso all’acqua pulita, sotto teli di plastica ai lati delle autostrade oppure intrappolati, quasi senza cibo, da chilometri e chilometri di campi di canna da zucchero” denuncia Stephen Corry, direttore generale di Survival International. “Le autorità brasiliane devono garantire il futuro dei Guarani riconoscendo il loro fondamentale diritto a vivere sulla terra ancestrale.”
All’inizio dell’anno, Survival International ha spedito alle Nazioni Unite un rapporto che denuncia la violenza, i suicidi, la malnutrizione e altre minacce che i Guarani si trovano a fronteggiare.
Il Vescovo cattolico Erwin Kräutler ha ricevuto il Right Livelihood Award, noto come “Premio Nobel Alternativo”, per il suo lavoro in difesa dei diritti delle tribù brasiliane. Al momento del ricevimento del premio, Kräutler ha tenuto un discorso durissimo sul “dolore, la disperazione e l’insicurezza“ che affliggono gli Indiani Guarani, “confinati in aree troppo piccole in cui i giovani non vedono prospettive per il futuro e in cui si registrano allarmanti tassi di suicidio… Il governo attuale sta ignorando questo crudele genocidio, in atto proprio sotto i suoi occhi”.?
Il Vescovo Kräutler ha combattuto a lungo per i diritti degli Indiani della regione del fiume Xingu, nell’Amazzonia brasiliana, oggi minacciata dalla gigantesca diga di Belo Monte. Il Vescovo ha descritto Belo Monte come “un progetto che non ha mai preso in considerazione i diritti e le preoccupazioni legittime della popolazione dello Xingu”. I popoli indigeni “sanno molto bene che non sopravviveranno se l’Amazzonia continuerà ad essere oltraggiata e rasa al suolo. La sua distruzione sarà la vera apocalisse”.
Il Vescovo ha affermato che “il problema principale dell’Amazzonia ha a che fare con la proprietà e l’utilizzo della terra”, e che “la violenza nelle zone rurali è legata alla concentrazione della proprietà della terra nelle mani di pochi e alla vergognosa impunità riservata ai criminali. Loro uccidono e non succede nulla!”
“Il Vescovo Kräutler mette quotidianamente a repentaglio la sua vita parlando a favore degli Indiani del Brasile” ha dichiarato oggi Stephen Corry, direttore generale di Survival International. “Gli Indiani hanno bisogno di amici come lui esattamente come le chiese necessitano di altri testimoni che, come lui, portino avanti il tradizionale lavoro di difesa degli oppressi. L’assegnazione del premio Nobel alternativo a Kräutler è lo straordinario riconoscimento di un grande eroe mai celebrato”.
Il Vescovo Kräutler è vescovo della regione dello Xingu e Presidente del Consiglio dei Missionari Indigeni (CIMI) della Chiesa Cattolica in Brasile. Tra i precedenti vincitori del Right Livelihood Award ci sono anche Survival International e l’organizzazione boscimane First People of the Kalahari.
È stato presentato a La Paz, al ministero della Giustizia della Bolivia, un innovativo software sviluppato dalla Cooperazione Italiana nel quadro del Programma di sostegno allo sviluppo del sistema sociosanitario del dipartimento di Potosì, nel sud del Paese sudamericano. L’iniziativa, finanziata con 3,6 milioni di euro dal luglio scorso è ufficialmente entrata nella sua quarta fase.
Il Sistema integrato di informazione dell’infanzia e adolescenza si costituisce come una piattaforma capace di classificare e rendere fruibili i dati dei minori registrati dai principali istituti nazionali e regionali, permettendo lo scambio di informazioni – nel rispetto della privacy degli interessati – tra le diverse realtà che operano nel settore della tutela dei diritti dei minori.
All’evento di presentazione erano presenti Nilda Copa Condori, ministra della Giustizia della Bolivia; Luigi De Chiara, ambasciatore d’Italia in Bolivia; Domenico Bruzzone, direttore dell’Ufficio regionale della Cooperazione italiana (Utl) a La Paz; Antonio Lapenta, capo del Programma della Dgcs a Potosì; Marcos Sánchez, direttore generale del ministero di Giustizia boliviano, oltre ad una delegazione di tecnici della Utl di La Paz.
L’Ambasciatore De Chiara ha sottolineato la centralità di un progetto eseguito a livello dipartimentale i cui prodotti potrebbero in seguito essere riproposti su scala nazionale e, verosimilmente, sub-regionale. Da parte sua, la titolare del dicastero della Giustizia, Nilda Copa, ha messo l’accento sull’utilità del sistema informatico sviluppato, nell’ottica di un effettivo controllo della situazione dei minori in situazione di rischio, fenomeno che in Bolivia fa registrare valori allarmanti.
Il ruolo che fu di Philippe Noiret nel film di Massimo Troisi 'Il Postino' e che rappresenta l'ultimo lavoro dell'attore e regista napoletano, che morì d'infarto proprio dopo l'ultimo ciak di questa pellicola, nell'opera lirica che va in scena a Vienna è ricoperto da Placido Domingo, che è Pablo Neruda nella trasposizione lirica del romanzo di Antonio Skármeta.
L'opera è stata scritta dal compositore messicano Daniel Catan e rispetto alla pellicola del 1994 contiene diverse poesie di Pablo Neruda e viene data maggiore attenzione al contesto politico, quello della dittatura cilena. Catan, che da dieci anni vive a Los Angeles e che ha scritto l' opera su incarico di Plácido Domingo, aveva già adattato per il palcoscenico un testo di García Márquez.
Prima di Vienna l'opera ha fatto il suo debutto a Los Angeles il 23 settembre. Insieme a Domingo-Neruda, sul palcoscenico nel ruolo che fu di Massimo Troisi, il tenore spagnolo Israel Lozano, dopo la rinuncia per motivi di salute del messicano Emilio Rolando Villazón, mentre a dirigere l'orchestra Sinfonica di Vienna è il Jesus Lopez Cobos.
Nell'ambito del progetto Brasile Ispi-Ibrit, si rinnova l'appuntamento mensile a cura di Monica Paes (da anni anima, su Radio Popolare, della trasmissione 'Avenida Brasil') con le interviste da vivo a personalità brasiliane di rilievo in Italia. Un’opportunità per approfondire la conoscenza della cultura brasiliana attraverso interessanti esperienze di vita.
L'appuntamento del 13 dicembre, in via Clerici a Milano, è con l'artista brasiliano Dim Sampaio, che nell'occasione sarà intervistato da Pietro Bellasi (professore di sociologia dell’arte all’Università di Bologna) e Stefano Sbarbaro (marketing Fondazione Mazzotta e Segretario artistico progetto Vontobel per l'arte).
Come ha scritto lo stesso professor Bellasi "Ogni quadro o disegno di Sampaio è un piccolo o grande big-bang: esplosioni e implosioni iniziali in cui vedi che la prepotenza dei colori vivi invade la superficie del mondo, rivela gli spessori convoluti della materia come le sue fragilità epidermiche; costruisce i presupposti di spazio e di tempo per un universo convulso di energie e di forze violentemente contrapposte".
Al termine dell'incontro con l'artista, che dal 1999 vive a Bologna, a partire dalle ore 20.15, sarà possibile visitare la mostra di Sampaio "Boulevard" presso la nuova sede della Banca Vontobel in piazza Affari 3.
Progetto Brasile ISPI-IBRIT “Olá, como vai? Dim Sampaio” Lunedì 13 dicembre, ore 19 Via Clerici 3 - Milano
Proiezione con dibattito quella in programma alla Fondazione Casa America di genova, dove giovedì 9 dicembre viene proiettato il film “La Revolución de Alfaro, la película” del regista ecuadoriano Juan Diego Pérez Ponce. L'evento è organizzato in collaborazione con Cattolica Previdenza, della Segreteria Nazionale del Migrante del Governo dell’Ecuador e dell’Associazione Unione di Solidarietà degli Ecuadoriani in Italia.
In 100 minuti, “La Revolución de Alfaro, la película” offre una panoramica generale della realtà politica e sociale dell’Ecuador del primo Novecento, che corrisponde al periodo della nascita della rivoluzione liberale, processo storico guidato dal Generale e Presidente Eloy Alfaro Delgado. Con la sua rivoluzione, Alfaro (el Viejo Luchador) promosse cambiamenti fondamentali sia nella società che nello Stato di quell’epoca, ad esempio: l’introduzione dell’educazione gratuita, la separazione tra i poteri dello Stato e della Chiesa, il laicismo e l’unione tra il litorale e le Ande ecuadoriane: la costruzione della ferrovia. Alla fine della proiezione sarà organizzato un cineforum e verrà offerto un aperitivo tipico ecuadoriano.
“La Revolución de Alfaro, la película” Giovedì 9 Dicembre 2010 - ore 18.00 Villa Rosazza - Fondazione Casa America Piazza Dinegro, 3 Genova
Quando qualcuno ha chiesto a Carlos Muñoz e Marisela Matienso, coppia messicana molto innamorata, dove si sarebbero sposati, nessuno si sarebbe aspettati di doverli festeggiare, nel giorno più importante della loro vita, in mezzo ai Big Mac e ai Cheeseburger... I due sposi infatti si sono giurati eterno amore in un McDonald's di Monterrey.
"Dato che viaggiamo spesso e alla fine finiamo sempre a mangiare in un McDonald's", ha detto la sposa, ammettendo che quella era una delle ragioni della loro scelta 'alternativa' e aggiungendo "Abbiamo pensato fosse una cosa molto divertente e soprattutto avremo una bella storia da raccontare ai nostri figli e ai nostri nipoti".
Al momento del sì tra patatine a hamburger, probabilmente il giudice che ha sposato Carlos e Marisela, alla fine, avrà augurato loro di avere una 'Big family'. Ora la coppia si sposerà anche in chiesa e questo avverrà il 9 aprile 2011 nella plaza de toros della città de Querétaro, nel Messico centrale, sperando che da qui ad aprile non facciano indigestione dei famosi panini del marchio a stelle e strisce.
L’Indepa, il Dipartimento degli Affari Indigeni del Perù, ha diffuso immagini video nelle quali si possono vedere alcuni membri della tribù isolata dei Nanti, che vivono nella remota Amazzonia peruviana. Resta da chiarire perché sia stato stabilito un contatto con questi Indiani che sono estremamente vulnerabili alle malattie portate dagli esterni. I media hanno in varie occasioni parlato di questo popolo come di una tribù “sconosciuta”, “sperduta” e “nomade”. In realtà, sono ben noti agli esterni e vivono in una riserva che è stata istituita appositamente per proteggerli. I Nanti sono cacciatori e coltivano piccoli orti intorno ai loro villaggi. Contano circa 500 individui in totale. Circa la metà dei Nanti è in regolare contatto con gli esterni mentre gli altri hanno scelto di rimanere in volontario isolamento. La legge peruviana non vieta alle compagnie petrolifere di operare nelle aree abitate dalle tribù isolate e, nonostante gli sforzi del governo, i disboscatori illegali continuano a depredare le loro terre. Survival ha scritto all’Indepa chiedendo di chiarire le circostanze che hanno portato a contattare i Nanti e quali misure sono state prese per impedire la trasmissione di malattie.
Un Ernest Hemingway turbato e sconvolto, così viene descritto lo scrittore americano, Premio Nobel per la Letteratura, quando nei primi anni 60 viveva a Cuba e gli Stati Uniti stavano aumentando la loro pressione nei confronti dell'isola caraibica. Questo è quanto riporta il quotidiano cubano 'Granma', che riporta: "L'insigne scrittore Ernest Hemingway, era colpito e tormentato a causa dei piani del suo governo nei confronti di Cuba". Il giornale a sostegno di questa tesi cita degli scritti di Valerie Hemingway, che fu la segretaria dello scrittore oltre che la moglie di uno dei suoi figli, così come altre fonti, aggiungendo che l'allora ambasciatore americano a Cuba, Philip W. Bonsal, (l'ultimo che gli Stati Uniti abbiano avuto a Cuba) aveva avvertito Hemingway sulle conseguenze di continuare a rimanere a Cuba. Il giornale continua con una parte di uno scritto di Valerie Hemingway che dice : "Nella casa di Hemingway a Cuba, nel 1961, arrivò Bonsal scuro in volto che consegnò all'autore di 'Il vecchio e il mare' uno scritto, anche se informale, che giungeva da Washington e che annunciava l'intenzione degli Stati Uniti di rompere le relazioni diplomatiche con il governo di Castro e chiedeva ad Hemingway, oltre ad abbandonare definitivamente l'isola anche di esprimere la sua opposizione al governo di Castro.
Hemingway protestó molto a questa richiesta, pur ribadendo la propria lealtà incondizionata agli Stati Uniti. L'ambasciatore Bonsal andandosene fece capire che, nel caso fosse rimasto a Cuba, il governo americano avrebbe potuto considerarlo 'un traditore'. Poco tempo dopo Hemingway tornò negli Stati Uniti.
'Buenos Aires troppo tardi' è un libro che 'si muove' in 50 anni di storia dell'Argentina, partendo dall'attualità per tuffarsi nmel passato, un passato di dittatura, di desaparecidos, un viaggio in una società passata attraverso destini di violenza e di resurrezione. Questo è il tema del libro scritto Paolo Maccioni e che è stato presentato a Roma alla Libreria Giufà, alla presenza dello stesso autore e dello scrittore Flavio Soriga.
Buenos Aires. Giorni nostri. Eugenio Santucci giunge nella capitale per portare a termine la parte “letteraria” di una guida innovativa. Fin da subito, nella sua esperienza, si affacciano personaggi particolari, intimamente legati al passato della città e del paese. In un turbinare di eventi, incontri, passeggiate nei “sottoboschi narrativi” della cultura locale, Eugenio si imbatte nel signor Hernández, una sorta di mentore capace di portarlo al cuore e all’essenza vera dell’Argentina. Sarà grazie a lui, a quel suo modo di essere così presente, descrittivo ed al contempo evasivo, che Eugenio, persa di vista la sua guida, si calerà nel profondo della storia di una nazione lacerata dalla dittatura, da massacri e assassinii di cui in occidente poco o niente si sapeva.
Ecco allora sfilare davanti ai suoi occhi la vita dei circoli letterari, insieme agli squadroni della morte della Triple A, le imprese narrative di Walsh, Borges, del progetto Eloisa Cartonera, di mille uomini e donne che hanno combattuto e sono morte per un’ideale di libertà. Di contro fluiscono dalle nebbie dei ricordi i figuri sinistri di uomini del passato regime: colonnelli, poliziotti, generali, ognuno di loro con il personale carico di sangue. Nel suo vagabondare per luoghi geografici e umani, Eugenio troverà anche il tempo di innamorarsi e di andare sempre più nel profondo di un pozzo “di vita e sensazioni” che mai avrebbe immaginato di trovare.
Alla presenza del Ministro degli Esteri argentino, Héctor Timerman, dell’Ambasciatore in Italia Torcuato di Tella e di Vera Vigevani, rappresentante delle Madres de Plaza de Mayo, il prossimo 9 dicembre a Roma, viene inaugurata la mostra 'Ausencias' (Assenze) di Gustavo Germano. Un racconto per immagini nel quale il fotografo argentino, trent'anni dopo, accompagna con la sua macchina fotografica i parenti e gli amici negli stessi luoghi dove furono scattate quelle foto, che lui ricompone mettendo in risalto l'assenza delle persone scomparse, in un dialogo costante tra il prima e l'adesso. I parenti delle vittime, posando davanti alla macchina fotografica, rivendicano lo spazio che avrebbero dovuto occupare le persone amate e in questo vuoto vediamo coloro che non ci sono più.
Tra il 1976 e il 1983, l'Argentina subì la dittatura più feroce della sua storia. Trentamila persone scomparvero in quegli anni, vittime di un progetto che aveva fatto dell'intimidazione, della tortura, della detenzione illegale e dell'assassinio le sue pratiche quotidiane. Ausencias apre un dialogo costante tra il prima e l’ora, tra quello che è stato, quello che è e quello che non può più essere. Parte dagli spazi privati degli album familiari e va alla ricerca delle storie e delle immagini di coloro che furono vittime del piano di repressione illegale e sparizione forzata di cittadini liberi.
Gustavo Germano vive a Barcellona, ma la storia del suo paese si impone nella sua ricerca artistica. Trenta anni dopo, con la sua macchina fotografica, accompagna i suoi soggetti negli stessi luoghi dove fu scattata un’immagine ora mai più replicabile. Racconta un vuoto privato e collettivo collocando fotograficamente chi non c’è più.
Nel periodo della mostra, in collaborazione con l'Ambasciata dell'Argentina in Italia, presso la 10b Photography Gallery di Roma, dove vengono esposte le fotografie di Germano, sono in programma anche altri eventi:
13 dicembre, ore 18.30: Presentazione del libro: “I Signori col Berretto. La dittatura raccontata dai bambini” di Hugo Paradero. Saranno presenti: Cecilia Rinaldini, giornalista di Radio Rai che fará un’intervista a Vera Vigevani Jarach dell'Associazione Madres de Plaza de Mayo-Línea Fundadora e Marco Bechis, regista di ‘Garage Olimpo’ e ‘Hijos’ e autore della prefazione della versione italiana del libro. Letture a cura di Carolina Di Monte.
16 dicembre, alle ore 20: Concerto del sassofonista, compositore e arrangiatore argentino Javier Girotto. Presenterà un repertorio completamente originale come solista utilizzando vari strumenti a fiato (clarinetto basso, saxes soprano e baritono e vari tipi di flauti andini) e anche l’elettronica, proponendo musica che va dall’improvvisazione alle composizioni proprie in viari stili (tango, jazz, folclore argentino, musica classica). Concerto della durata di un’ora di grande suggestione e poeticità.
Ausencias Mostra fotografica di Gustavo Germano dal 10 dicembre 2010 10b Photography Gallery Via San Lorenzo da Brindisi 10b - Roma