martedì 8 novembre 2011

Anche l'Ecuador trionfa al Festival Internazionale del Film di Roma

La pellicola della regista ecuadoriana Tania Hermida, En el nombre de la hija, ha vinto, all'ultima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, il “Premio Marc’Aurelio Alice nella città sotto i 13 anni”, un riconoscimento caratterizzato dalla scelta di una giuria composta da ragazzi minori di 13 anni.

La pellicola della Hermida si svolge begli anni '70 e racconta la storia di una bambina con un'educazione atea e socialista che si trova a passare le vacanze estive insieme a suoi cugini nella casa di campagna dei nonni, molto cattolici e tradizionalisti. "Con questo film ho voluto raccontare, attraverso la mente di una bambina di nove anni, la capacità di vedere al di là dei dogmi e dei pensieri imposti da altri", ha detto il regista alla consegna del premio pr la sua seconda fatica cinematografica.


Tania Hermida  è nata in Ecuador nel 1968 e ha studiato regia presso la scuola internazionale cinema e tv di San Antonio de los Ba ños . Ha unito il suo lavoro come regista con l';insegnamento presso l’Università San Francisco de Quito tra il 1996 e il 2007. Il suo primo lungometraggio "Qué tan lejos" (2006) ha ricevuto riconoscimenti dalla critica internazionale e dal pubblico e ha battuto i record d'incassi nazionale in Ecuador, oltre ad essere distribuito con successo in Spagna, Francia e Svizzera.

En el nombre de la hija
Regia di Tania Hermida Palacios
Con Eva Mayu Mecham Benavides Markus Mecham Benavides Juana Estrella Pancho Aguirre Martina León Sebastián Hormachea Francisco Jaramillo

Estate del 1976. Manuela (Eva Mayu Mecham Benavides) è una bambina di 9 anni dallo sguardo vivo da cui traspare un';energia potente, quasi fisica. Con suo fratello minore Camilo (Markus Mecham Benavides) trascorre le vacanze nella fattoria dei nonni nella valle delle Ande dell’Equador, insieme ai suoi cugini, dove la nonna cattolica conservatrice (Juana Estrella) insiste che porti il nome che tutte le prime figlie femmine della famiglia portano da generazioni. Decisa a difendere le idee del padre, ateo e socialista, affronta fierame nte i comportamenti privi di gesti di cura dei suoi parenti, decisa a non perdere il senso della propria integrità. La disputa intorno al suo nome oltre a cambiare per sempre le relazioni con il suo ambiente, la porta a confrontarsi con due mondi a loro modo convenzionali: il cattolicesimo ed il socialismo. Un ritratto vivido e realista costruito introno ad una figura che fa venire in mente certi personaggi femminili delle fiabe. Le fiabe vere, quelle dove un personaggio deve essere abbastanza straordinario da attraversare alcuni secoli senza un graffio.

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