venerdì 9 maggio 2014

In dieci anni in America Latina il cattolicesimo ha perso il 13% di fedeli

Mentre al soglio di Pietro siede un Papa latinoamericano, in base ad un'inchiesta condotta da Latinbarómetro, in America Latina dal 1995 ad oggi c'è stato un calo del 13% tra i fedeli cattolici. Il calo più 'importante' si registra in Nicaragua con una variazione negativa del 30%, seguito dall'Honduras con il 29%.

Si tratta di uno 0,7% in meno ogni anno con paesi come Costa Rica e Uruguay che fanno registrare un 19% in meno di fedeli, mentre il Cile si attesta a un -17%. Al contrario, due paesi hanno invece fatto segnare un segno positivo, sebbene minimo: il Messico ha un 2% in più di cattolici, mentre la Repubblica Dominicana l'1%.


Nonostante questi dati, l'America Latina e i suoi paesi rimangono comunque tra quelli con la percentuale più alta di credenti: Paraguay 88%, Ecuador 81%, Messico 79%, Venezuela 79%, Argentina 77%.

"Il processo di secolarizzazione che porta allo sviluppo economico non ha lo stesso impatto in America Latina rispetto a ciò che accade nel resto del mondo. Quelli che abbandonano il cattolicesimo non diventano necessariamente atei o agnostici, ma spesso abbracciano un'altra religione", si legge nel rapporto legato alla ricerca statistica.

Lo studio rileva che c'è stato un aumento del 30% di fedeli evangelici in El Salvador, Nicaragua, Honduras e Guatemala, mentre in Cile e Uruguay cresce il numero di agnostici. In ogni caso il cattolicesimo rimane la religione predominante in moltissimi paesi dell'America Latina.

Lo studio effettuato da Latinobarómetro, una Ong che ha sede a Santiago del Cile, ha preso in esame più di 20.000 persone in 18 paesi dell'America Latina.

fonte Efe

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