A Rio de Janeiro, fino al 28 aprile, è presente una mostra che ricorda i 50 anni dal golpe del 1964 e del periodo durato fino al 1985, nel quale molte sono state le 'azioni' di resistenza al governo militare, specie attraverso la stampa, ma anche e soprattutto dal mondo della cultura.
La mostra si intitola "Dobbiamo resistere" ed è presso il Centro Culturale Banco do Brasil di Rio de Janeiro. Il curatore di questo evento, Fábio Magalhães, ha detto che molti sono i giovani che visitano l'esposizione, quelli che si identificano con i movimenti di protesta che si sono svolti in Brasile lo scorso anno e che 'assomigliano' ai gruppi di protesta del 1968 a Rio.
Un fatto che scatenò una grande ondata di sdegno e proteste nel grande paese latinoamericano contro il governo militare di allora, fu la morte del giornalista Vladimir Herzog, detenuto in una caserma dell'esercito nel 1975. La mostra presenta due certificati di morte di Herzog: il primo che attribuisce il decesso ad un suicidio, il secondo, redatto lo scorso anno, che ammette che il giornalista morì per 'lesioni e torture".
Fra le opere esposte anche 'Muerte el sábado', opera del pittore brasiliano Antônio Henrique Amaral, che è sempre dedicata a Vladimir Herzog, morto a causa delle torture subite. La mostra è un progetto a lungo raggio che presenta frammenti di storia del Brasile, partendo da pubblicazioni di diverse persone come giornalisti, scrittori, studenti, attivisti politici, che hanno resistito alla dittatura militare usando come 'arma' la parola.
"Dobbiamo resistere", dopo essere stata a Brasilia, San Paolo e ora al CCBB di Río del Janeiro fino al 28 aprile, proseguirà il suo 'viaggio' fermandosi a Belo Horizonte dal 21 maggio al 28 luglio.
fonte BBC Mundo
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