di Andrea Ballerini
22 febbraio 2011
In occasione di un evento culturale che si e' svolto al Consolato
dell'Ecuador a Milano e curato dal Centro Ecuatoriano di Arte e Cultura,
abbiamo incontrato la dottoressa Laura Monica Majocchi,
psicologa che collabora con l'Associazione Amici Trentini Onlus,
organizzazione nata fin dai primi anni '80 e che si occupa di
cooperazione e adozione internazionale e, per quanto riguarda i Paesi
dell'America Latina, lavora in particolare con l'Ecuador, la Colombia e
la Bolivia.
La dottoressa Majocchi ha curato la pubblicazione del libro 'Ho adottato
mamma e papa'' - Storia di adozione internazionale, edito dalla
Erickson e che tratta la storia di un'adozione, del suo processo, della
costruzione del legame di attaccamento del bambino, ma, come ci dice la
stessa autrice "..anche le sue fatiche e la sua storia precedente,
mettendo in luce il punto di vista, piu' che degli adulti del bambino
stesso".
Naturalmente cerchiamo di individuare il rapporto che l'Associazione
Amici Trentini e la dottoressa Majocchi ha istaurato con l'Ecuador.
Com'e' il rapporto con l'Ecuador in tema di adozioni ?
"L'Ecuador e' un caso un po' 'particolare' . Per molti anni e'
rimasto abbastanza chiuso per quanto riguarda le adozioni, poi
ultimamente ha modificato il sistema delle adozioni istituendo
un'autorita' centrale e ha ripreso, l'anno scorso, dopo 4/5 anni,
selezionando molto le agenzie con cui collaborare. In Italia sono due e
una di queste siamo noi".
Qual'e' il percorso di adozione che viene seguito per un bambino proveniente da questi Paesi
"Noi cominciamo a seguire le coppie successivamente all'ottenimento
del decreto di idoneita'. Li seguiamo sia da un punto di vista
informativo, sia come formazione per quello che e' il percorso
dell'adozione, anche perche' nel campo dell'adozione internazionale i
tempi di attesa sono diventati lunghi e quindi c'e' un accompagnamento
anche dal punto di vista psicologico, cosi' come di avvicinamento alla
realta' e alla cultura del Paese a cui appartiene il bimbo che i
genitori hanno scelto".
Un lavoro molto delicato
"Si', curiamo anche il momento dell'abbinamento che viene sempre
fatto nel Paese di origine anche con un sostegno nel soggiorno in questo
stato estero e poi, naturalmente, il primo incontro che e' un momento
delicatissimo per la coppia e per il bambino. Il lavoro prosegue con la
post adozione ovvero il rientro in Italia, l'accompagnamento negli anni e
il percorso che segue scadenze regolate dalle normative e che dura
alcuni anni".
Esistono tra queste realta' sudamericane, Paesi dove e' piu' 'facile' adottare che in altri ?
"No direi di no, anzi il Sud America in questi anni ha lavorato tanto
con progetti di Cooperazione internazionale per incrementare molto il
numero di adozioni nazionali, che e' un passo molto importante e che
dovrebbe essere l'obiettivo finale, perche' l'adozione internazionale
dovrebbe essere residuale. In particolare la Colombia ha lavorato molto
in questa direzione".
Questo significa che nel campo dell'adozione internazionale e' cambiato qualcosa?
"Lo
scenario ora e' cambiato. Arrivano bambini piu' grandicelli, che hanno
piu' difficolta' ad essere adottati a livello nazionale e cambia anche
la storia che questi bambini portano con se' per le figure e i legami
affettivi che appartengono alla loro vita. L'Ecuador per la situazione
di chiusura durata molti anni, fa si' che arrivino bimbi che abbiano
storie di permanenza in istituti molto lunghe".
Esiste una percentuale di 'rifiuti' in questo tipo di adozioni?
"A livello di statistica generale esistono quelli che sono chiamati
'fallimenti adottivi'. Fortunatamente questa non e' stata ancora una
nostra esperienza. Esistono anche incontri difficili, dove il lavoro da
fare e' ancora piu' delicato e intenso".
Tornando al libro, qual'e' l'obiettivo che ha questa opera?
"Raccontare delle esperienze che permettano a chi si sta accostando a
questo percorso o e' in una certa parte di questo percorso, di avere
un'idea molto vivida e reale di quelli che possono essre gli scenari da
un punto di vista della costruzione di un legame affettivo che si vive
attraverso questa esperienza. Vuole anche dare voce ai vissuti e i
sentimenti dei bambini che nello scenario dell'adozione sono centrali e
importanti. Si parla anche delle coppie dei genitori non solo da un
punto di vista dell'adulto, ma soprattutto raccontare le fatiche e
difficolta' e i cambiamenti interni che i bimbi vivono in questo
percorso che comunque coincide con la perdita del loro mondo, di tutto
il loro mondo. Quindi l'obiettivo e' proprio quello di avvicinare
l'adulto a mettersi nei panni di un bambino che vive questa esperienza"
Un lavoro nelle emozioni e nei sentimenti quello che svolge
quotidianamente la dottoressa Majocchi e l'Associazione Amici Trentini,
cosi' come tante altre persone che ogni giorno lavorano per dare ad una
coppia la gioia di avere un figlio e ad un bimbo di trovare la
serenita', la felicita' e l'abbraccio di una famiglia. Un percorso
delicato e difficile che ha bisogno di 'attori' solidi: da una parte le
istituzioni dei Paesi, dall'altra quella delle associazioni e la scelta
degli adulti, senza dimenticare che nel mezzo c'e' sempre il cuore di un
bambino aperto e grande, ma anche sensibile e vulnerabile.
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