Generare emozioni è raggiungere la felicità - Intervista a Hernan Diego Garreffa


di Antonella Marconi

22 aprile 2010

Nella vita di Hernan Diego Garreffa, 37 anni, la musica ha una presenza totale, si puo' dire che la musica sia la vita di Hernan. Una vita piena di soddisfazioni professionali e gia' tanti prestigiosi obiettivi raggiunti. Una vita che ha comunque richiesto una scelta, quella di lasciare il suo Paese, l'Argentina, e volare verso un altro Paese sicuramente "piu' semplice" da affrontare come argentino, l'Italia. Hernan suona l'oboe (strumento musicale a fiato fatto di ebano, n.d.r.) e, a buon diritto, si deve definire un figlio d'arte, come lui stesso racconta in questa chiacchierata con Expolatinos.com.

"Sono nato a Santa Fe in Argentina, e provengo da una famiglia tutta di musicisti: mia madre 1° flauto, mio padre 1° Oboe. Da quell'amore siamo nati io e i miei due fratelli; mio fratello gemello che suona come 1° flauto in Argentina e mia sorella maggiore che suona come 2° oboe anche lei in Argentina. - ci dice Hernan, che aggiunge - Ma non e' finita qui, perché nel resto della mia famiglia dobbiamo contare anche degli zii musicisti, insomma tanti ma tanti musicisti fino ai miei bisnonni".

Una sorta di destino segnato quello di Hernan, che ha subito iniziato a respirare musica fin da piccolo. "Ho studiato da sempre con mio padre, principale insegnante nella mia formazione professionale, quindi ho ottenuto il diploma di Professore di Oboe al Conservatorio e la Laurea di oboe alla Universita'. Una volta laureato per migliorare ulteriormente ho preso lezioni con oboisti americani come Joel Timm, Professore della USC di Los Angeles e Eayne Duvas, 1° Oboe Metropolitan Opera New York; ho studiato anche con il francese Laszlo Hadady della Ensemble Intercontemporain e in Germania con Hansjorg Schellenberger della Berliner Philarmoniker".

A questo punto la decisione di venire in Italia
"Volevo migliorare musicalmente, perche' economicamente, ad essere sincero, in media guadagnavo molto di piu' in Argentina, ma la voglia di lavorare con altri maestri e solisti mi ha fatto emigrare".

Gia' ma bisognava trovare un posto, un lavoro, come e' andata ?
"Mia zia, anche lei oboista, mi aveva inviato un indirizzo di un sito web dove compilare le domande di lavoro e dopo aver inviato tante domande e dopo aver ricevuto, in molte, la risposta un "un curriculum molto buono, ma purtroppo se non ha un passaporto europeo non possiamo accettarlo", alla fine mi hanno accettato per fare il concorso per 1° oboe alla Orchestra Sinfonica di Milano "Giuseppe Verdi". Ho vinto e sono stato il 1° oboe dal 2002 al 2008 sotto la guida dell'eccellente M° Riccardo Chailly. Nel frattempo ho collaborato come primo oboe al Teatro alla Scala, e dal 2009 lavoro come 1° Oboe al Teatro Carlo Felice a Genova"

. In ogni caso hai dovuto fare una scelta difficile
"Una scelta importante , perche' ho dovuto lasciare la mia famiglia per realizzare un sogno, quello di lavorare in Europa, culla dell'arte e della musica"

L'hai fatta e come e' andata ?
"Penso sia andata bene, quando finisco un concerto e i miei colleghi mi dicono Bravo! Ci hai fatto godere quando hai suonato, allora quello non ha prezzo. Generare emozioni nelle altre persone, ma per soprattutto generarle dentro di me e' raggiungere la felicitaa'. Ci sono tre cose che a mio modo di vedere che ci devono essere nella vita di ogni musicista e sostanzialmente di ogni essere umano e sono: pace, felicita' e dignita'. Quando manca una di quelle la vita diventa difficile".

I primi tempi da "italiano" come sono stati?
"Difficili, ma non impossibili. Nuova citta', nuova lingua, nuova cucina, nuova gente. In ogni caso sono fan della multiculturalita' e quindi non e' stato un trauma. Tutto nella vita ha un prezzo per modo di dire, ci sono cose che lasci altre che arrivano, il bilancio lo faro' alla fine della mia vita".

L'impatto con i nuovi colleghi come e' stato?
"Devo dire che mi hanno trattato sempre bene e non mi sono sentito mai discriminato, anche perche' mio nonno paterno e anche quello materno erano di origini Italiane. Penso che le discriminazioni vengano per la paura delle culture troppo diverse, nel mio caso, argentini e italiani appartengono quasi alla stessa cultura, cultura della famiglia, degli amici, dei pranzi tutti insieme, dei valori"

Hai un sogno nel cassetto?
"Registrare un CD per una casa discografica molto importante. Ho gia' fatto delle incisioni con molte case discografiche, ma non come solista come vorrei"

Cosa ti manca dell'Argentina ?
"OK, andiamo con ordine: la famiglia, la mia collezione di vini, la ME-RA-VI-GLIO-SA carne Argentina senza rivali nel mondo! La mia casa di citta' e la casa di campagna"

Tornerai definitivamente nel tuo Paese ?
"Torno tutti gli anni, ma definitivamente per ora non so. Sicuramente un giorno tornero', ho troppo amore per il mio Paese!".

Svolgendo la tua attivita' di musicista naturalmente "Naturale, ho lavorato nelle piu' importanti orchestre di Argentina quindi sono contento"

Hernan ha il suo presente in Italia, il suo passato in Argentina e il suo futuro, come per ognuno di noi, se lo sta creando giorno dopo giorno, per il momento ci lasciamo affascinare dalla sua musica e anche dal sogno di poter sentire anche noi il profumo dei suoi vini e dell'asado fatto con la ME-RA-VI-GLIO-SA carne Argentina...

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